Fleet manager: significato e competenze

fleet manager

Il fleet manager rappresenta una figura cardinale nella supervisione delle flotta aziendale, divenuta imprescindibile per orientare le imprese nel cammino verso una mobilità sostenibile, intelligente e integrata. Esploriamo le abilità e l’importanza di tale ruolo nel contesto della mobilità aziendale.

Cosa fa il fleet manager

L’amministrazione delle flotte aziendali nel caso del noleggio a lungo termine per aziende di un gran numero di veicoli è un’attività intricata e una sfida quotidiana per il benessere dei dipendenti e l’efficienza aziendale. Per affrontare queste tematiche, nelle aziende di medie e grandi dimensioni risulta essenziale la figura professionale del fleet & mobility manager aziendale.

Si tratta di un esperto dotato di competenze specifiche nel campo del fleet management, capace di proporre soluzioni di mobilità ottimali per i collaboratori dell’impresa. L’evoluzione della figura del fleet manager è strategica all’interno delle aziende ed ormai inevitabile, per supportare le imprese nei cambiamenti necessari negli spostamenti casa-lavoro e nella mobilità aziendale.

Fleet manager: quali sono le competenze richieste dalle aziende?

Le competenze necessarie per ricoprire questo ruolo sono variegate, rendendo tale figura professionale sempre più specializzata. Secondo Euromobility, in Italia ci sono 850 fleet & mobility manager, la maggior parte dei quali opera nel contesto aziendale (circa 750). Nonostante la crescita degli ultimi anni, il numero resta insufficiente rispetto agli obiettivi delle Istituzioni di dotare ogni azienda di medie e grandi dimensioni di un esperto di mobilità aziendale in pochi anni.

Il compito primario del ruolo di fleet manager è la gestione del parco auto e degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, riducendo l’uso dei veicoli privati e ottimizzando quelli già in circolazione. Questo può essere ottenuto organizzando meglio gli orari lavorativi per evitare congestionamenti del traffico e proponendo soluzioni di mobilità alternative, sostenibili e condivise.

Inoltre, è fondamentale creare modelli computazionali per l’analisi e la gestione dei dati, effettuando simulazioni e identificando parametri per monitorare e confrontare le diverse soluzioni di mobilità. Sono necessarie anche abilità relazionali per gestire i rapporti con i fornitori di servizi, con i quali elaborare sistemi integrati di supporto alla mobilità aziendale dei dipendenti.

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Mobilità aziendale: cosa prevede la legge?

Se da un lato l’introduzione di nuove figure professionali all’interno delle aziende è una necessità improrogabile, la legislazione vigente delinea chiaramente gli obblighi a cui ogni impresa di medie e grandi dimensioni deve conformarsi. In particolare, il Decreto Rilancio (DL 34/2020) ha stabilito l’obbligo per aziende ed enti pubblici con oltre 100 dipendenti di dotarsi della figura del mobility manager.

Questa disposizione rappresenta un’evoluzione rispetto al Decreto 179/1998 dell’ex Ministero dell’Ambiente, che imponeva alle imprese con oltre 300 dipendenti di nominare un responsabile della mobilità aziendale. Il Decreto Interministeriale 179/2021, invece, ha introdotto le nuove linee guida per il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) aziendale.

La redazione e l’implementazione del PSCL sono obbligatorie per le aziende e le pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti. Questo requisito si applica sia alle organizzazioni private che alle PA situate in un capoluogo di Regione, di Provincia, in una Città Metropolitana, o in un Comune con oltre 50.000 abitanti.

Chiaramente, sarebbero necessari maggiori fondi e incentivi per sostenere le imprese nella riduzione dell’inquinamento atmosferico derivante dalla mobilità aziendale. Nonostante ciò, esistono alcune agevolazioni per le aziende che acquistano o noleggiano a lungo termine veicoli ecologici. Tuttavia, l’Italia rimane uno dei Paesi dell’UE che offre meno supporto alla mobilità green in Europa.

L’evoluzione del fleet management negli ultimi anni

Quella del fleet & mobility manager è una figura professionale relativamente nuova, resa imprescindibile dalle moderne esigenze di mobilità sostenibile per rispettare gli obiettivi definiti dagli Accordi di Parigi, recepiti negli Stati UE attraverso il Green Deal europeo e i target di neutralità climatica dell’Unione Europea.

Tuttavia, è da diversi anni che le aziende si avvalgono di professionisti della mobilità, tra cui figure come:

  • Fleet manager, un esperto nella gestione delle flotte aziendali e del parco mezzi; 
  • Mobility manager, si occupa delle esigenze di mobilità dei dipendenti; 
  • Travel manager, è addetto alla gestione dei viaggi aziendali.

Se dopo l’ultima crisi economica questi ruoli erano passati in secondo piano, con la pandemia di Covid-19 e l’urgenza della transizione ecologica sono tornati a essere cruciali nelle strategie aziendali. Nel contesto attuale, vista la complessità dell’attività, è preferibile centralizzare le funzioni per una visione più olistica, superando il classico approccio settoriale alla mobilità aziendale.

L’opzione più efficiente è l’individuazione di un fleet & mobility manager, una figura strategica capace di implementare soluzioni efficaci per ridurre le emissioni di gas serra derivanti dai trasporti aziendali e da quelli privati dei dipendenti ed ottimizzare i costi della gestione della flotta aziendale. Per farlo sono necessarie competenze professionali specifiche in ambiti differenti, oltre al supporto di tecnologie innovative, per pianificare soluzioni di mobilità moderne e flessibili.

Come diventare fleet manager

In passato, il ruolo del fleet manager era spesso ricoperto da individui cresciuti all’interno dell’azienda, dotati di competenze professionali affini ma non specifiche. Oggi è necessario intraprendere un percorso formativo dedicato, sebbene, trattandosi di una figura relativamente nuova, non esistano ancora iter di studio ufficiali e riconosciuti.

Per diventare fleet manager, alcune facoltà universitarie, aziende e associazioni propongono corsi di specializzazione riservati a chi desidera svolgere la professione del fleet & mobility manager. In molti casi, questi corsi prevedono una durata limitata, fino a qualche mese al massimo, ma la durata può variare in base alle responsabilità da assumere, alle dimensioni dell’azienda e alle richieste specifiche dell’impresa.

Ovviamente, non è sufficiente conoscere alcune nozioni di base sulla gestione delle flotte aziendali; è essenziale approfondire concetti complessi di amministrazione, mobilità, logistica, telematica, analisi e pianificazione aziendale. Si tratta di un lavoro impegnativo ma gratificante e ben remunerato, la cui importanza e richiesta sono destinate a crescere nei prossimi anni.

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